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domenica 25 marzo 2018

"Lanterna rossa-I comunisti a Genova 1943-1991" (Erga ed) a ruba, un caso politico-editoriale. Presentazione il 27 marzo alla Feltrinelli di Genova

Presentazione di Aldo Agosti.50 anni di Pci a Genova: un partito diverso.
Documenti, giornali, verbali, fascicoli di polizia, scambi di lettere inediti 
                                  
Genova - Martedì 27 marzo ore 18
Libreria la Feltrinelli - Via Ceccardi 16 - Genova


LANTERNA ROSSA
(I comunisti a Genova: 1943-1991)
di Marco Peschiera e Enrico Baiardo,
Erga edizioni


Presenta il libro
ALDO AGOSTI 
professore emerito di Storia contemporanea all'Università di Torino

Partecipano, con gli autori:
Roberto Speciale, coordinatore dell'Associazione "Le radici e le ali"
Ubaldo Benvenuti, presidente della Fondazione Diesse

 
Le elezioni erano finite da poche ore e Erga edizioni metteva in commercio Lanterna rossa, la storia inedita del Partito Comunista genovese, un partito "aristocratico e superbo", così diverso da quello nazionale. Cosa sta facendo diventare questo volume un caso politico-editoriale? La ricerca delle radici? La nostalgia? Fatto sta che dopo pochi giorni dalla pubblicazione, senza che ancora si sia fatta la presentazione al pubblico, si va già alla ristampa. Non è un libretto da niente: 400 pagine fitte; e non ha un prezzo "da banco", costa 20 euro. Si dirà che il pubblico sia composto da lettori anzianotti che "c'erano"... No, le informazioni dei librai ci dicono che lo stanno comprando anche i più giovani... Passaparola? Bisogno di comprendere? A che fenomeno siamo di fronte?
Del racconto e dei numerosi documenti inediti che gli autori hanno rintracciato in vari archivi si parlerà martedì pomeriggio dalla Feltrinelli con gli autori e con Aldo Agosti - 
tra i più autorevoli storici contemporaneisti italiani - che del volume ha curato la prefazione.

Qui di seguito l'INDICE del volume e alcuni STRALCI
INDICE DEL VOLUME LANTERNA ROSSA
- PREFAZIONE di Aldo Agosti
- INTRODUZIONE
Un partito aristocratico e superbo
- CAPITOLO I
I due anni del terrore (giugno 1943-aprile 1945)
Chissà dove sono -  Cade il Testone  -  Scappini, il futuro vincitore - Nuovi iscritti, nuovi arresti - La scintilla del "Fossati"  - L'ultimatum - Buranello all'attacco  - La prima strage di Basile - Uno sciopero spento, uno fallito - Cade Buranello  - Una speranza chiamata Stalingrado - La bomba Ercoli - Caccia brutale alla Benedicta - Vota Gramsci - Orrore al Turchino - Quei treni per Mauthausen - La fine dei Gap - Partigiani di città - La notte della spia - Niente prigionieri - L'ora della libertà - La "Scintilla" di Sestri
- CAPITOLO II
I signori della fabbrica
Eravamo in centomila - Da padroni a padroni - I vecchi e i nuovi – Operai e Partito - Siri e il "pericolo rosso" - Un esercito in pensione
- CAPITOLO III
Tra orgoglio e furore (maggio 1945-1948)
Addio alle armi? - Il compagno tornato da lontano - Il partito di massa - La doppia linea - Il volantino ritrovato - Primo voto, prime delusioni - Fascisti in libertà - Bandiera rossa a palazzo Tursi - Il sindaco più amato - Comunista in doppiopetto - La disfatta - 14 luglio: "rivoluzione" - "Disinformazia" in codice K - Il cronista americano - Il giallo degli ostaggi - Barricate in via Venti - Fuori controllo - Il prefetto tiramolla - Il partito spaccato - Il questore nel panico - Tutti contro tutti - Il chirurgo eroe – L'utile ciclista
- CAPITOLO IV
Peppone e i suoi nipoti
"Una sezione per ogni campanile" - Uno su dieci - Qualcuno di troppo – Maghi dei numeri? - In media 49 mila - La città divisa - La provincia bianca - Cellule, sezioni e tv - Todos obreros - Quattro professori e pochi altri - Bandiera rossa, capelli grigi - Tanto rosso, poco rosa - Gioventù instabile - Da una tessera all'altra - La sgridata - L'uomo dei bollini - "In alto a sinistra" - La giornata dello scrutatore - Tutti a scuola - Professione: rivoluzionario - Il Partito decide - Un popolo a congresso - Il Partito ti vede - Il giallo delle poesie - Amori di sezione – Peccati elettorali - Vita da scomunicati - La lira - Il dollaro - In caso di golpe – Vita da schedati – Carta sprecata – Il deportato - Segreti e Servizi - L'ultima missione
- CAPITOLO V
Chiusi in difesa (1949-1959)
Potere bianco - Andate in pace - Restate in fabbrica – Il nostro film - Ciao Adamoli - Pareggio in extremis - Orfani di Stalin - Lacrime e strofinacci - Lo sfratto - Il secchiano sparito - La caduta di Pessi - Stalin demolito - Socialismo cingolato - Sinistra a pezzi - Il punto più basso
- CAPITOLO VI 
I compagni di strada
Dai campi e dalle officine – Cgil grande potenza – Fabbriche al voto – Sindacato e partito - La fotografia – Compagno artigiano – I "ladri di sinistra" – Donne e femministe - La Coop siamo noi – Costruttori rossi – A calci e a passo di danza
- CAPITOLO VII 
Alla riscossa (1960-1964)
Una storia a strisce - "Brichétto" - Fascisti al governo - Il Cretino Gallonato - Maigret e il Partigiano - Arrivano – Ripartono -  Gli squadroni della morte - A sinistra, piano -  Segretario e supersegretario - Tra speranze e tragedie - Socialisti sbottonati - Genova, la contro-resistenza - La confusione edilizia - Sorpasso in due mosse - Togliatti addio - Cambiamo nome?
- CAPITOLO VIII
Razza portuale
Il testamento di Paride - Inferno e paradisi esotici - Il mondo in uno "scagno" - Comunisti a modo loro - Famiglia e squadra - Quelli che guardavano lontano -  "Di qui devono passare" - Rivoluzione nel cassone - Colombo portafortuna - La pace tra i vinti - Partito, addio
- CAPITOLO IX 
In movimento (1965-1969)
Dopo la sbornia – "Retroscena" sul Pci – D'Alema l'antipatico - L'emorragia - L'anno più lungo - Le "battaglie" di Genova - Il Vecchio e i giovani - Primavera a Parigi - Inverno a Praga - Dissenso ma non troppo - Fuori i frazionisti - Rivolte olimpiche - L'anno degli operai - La Bomba
- CAPITOLO X 
Foglio per foglio, libro per libro
Passaparola - Il giornale della verità - La fatica di leggere - Tra cronaca e poesia - In edicola e in casa - In crisi - In festa - Editori rossi - Gli atleti del ciclostile - Il compagno tipografo - Pennello e colla - Compagni ma intellettuali - Cultura in Società - Il pugno di D'Alema - Lettere di fuoco - Ricucire grazie a Gramsci
- CAPITOLO XI 
C'era una volta Enrico (1970- giugno 1984)
Uno diverso - Ventotto a due - Gelo a Mosca - Eppur non si muove – Altoforno in ebollizione - L'Italia divorzia – L'anno orribile di Genova – Il segretario esonerato – Zero a zero – Orrori a Santiago – 9.409 parole (più 2) – "Incidente" bulgaro - Problemi di linea – Senza acqua e senza benzina – Cadono i dittatori – Il No tra le bombe – Festa vietnamita - Un anno rosso – Il Marchese e gli operai – Abbiamo un problema -    I due mostri (più quattro) – Tre anni neri – A fuoco lento – Colpo di Stato firmato Br – Eppur si cambia – L'assassinio più truce - Regole per Genova – Il partito (non) si riforma - Natale a Kabul – Ribaltone in salsa craxiana – Piduisti al governo – L'Intervista – Togliatti contro Berlinguer – Liguria incappucciata –  Diversi? Uguali? – Polonia ultima frontiera – L'ondetta di Craxi – Industria addio - "Assalto" al Festival – Così cambierà – L'ultima cena - L'ultima battaglia – L'ultima vittoria
- CAPITOLO XII 
Il Pci e i terrorismi
Piombo e tritolo - Ombre nere - Rossi come Mario - La Colonna inesistente - L'album del Pci - Mezzo sciopero per Sossi - Coco, è la guerra - Il Pci e i carabinieri - La tragedia di un padre – Condanne sì, ma a metà - Uno strano compagno - Guido la "spia" - L'instabile "postino" - Un uomo solo - L'orecchio di Rossa - Rabbia e rimorso - Il Pci accusa - Il pasticcio di Dalla Chiesa - Il cimitero delle Br
- CAPITOLO XIII 
Fine di una storia (luglio 1984-1991)
Il vecchio frate – La dura prova del No – Giunta rossa devi morire – Genova vista dal cielo – Gorby ultima speranza – Sconfitta finale – Un candidato di troppo – Allarme rosso – Partito-azienda? - Golpe in ospedale – Tutto in un anno – Il congresso dimenticato – Ultima impennata – Sotto le macerie – Alla ricerca di Cosa? – Eppur si vota - In fondo a un bicchiere

- APPENDICI
"La Scintilla", cronache ritrovate
In diretta da Sestri Ponente - 18 aprile – 25 aprile – 26 aprile
La Costituzione in un volantino
Tutto in 14 punti – Prima il lavoro poi il riposo – Vecchi e giovani – Le libertà – I diritti – Lo Stato e noi – L'elenco dei desideri
Un ventennio in 28 pagine
L'inizio della storia – Il fascismo in sintesi – La svolta in una pagina – Un'indagine a tutto campo
Mezzo secolo di elezioni
Primo, secondo, primo – La provincia diversa – L'altra Sestri, isola rossa - Terzi in Italia – Decollo e discesa – A volte ritornano – Il rosso e il bianco

STRALCI DAL VOLUME LANTERNA ROSSA

(dalla prefazione di Aldo Agosti)
… anche chi genovese non è, come il sottoscritto, e magari conosce molto meno di quanto vorrebbe una città che – come è noto – non è particolarmente incline a rivelarsi al primo venuto, respirerà da subito un'aria particolare, avvolgente, e troverà una quantità di spunti che gli faranno venir voglia di conoscerla e di studiarla meglio.

(dall'introduzione degli autori)
Il partito comunista a Genova fu certamente emanazione del Pci nazionale che almeno alle origini era a sua volta emanazione dell'unico partito comunista capace di rivoluzionare la storia del mondo, quello dell'Unione sovietica.
Ma se già con Palmiro Togliatti, poi con Luigi Longo e ancora di più con Enrico Berlinguer il Pci individuò una strada tutta sua e tutta diversa, non è azzardato definire quello genovese un partito diverso all'interno dello stesso partito italiano, un'entità a sé stante nel panorama nazionale: un partito "aristocratico" e "superbo".

(dal capitolo I – Gli anni del terrore: giugno 1943, aprile 1945)
A decine vecchi e nuovi partigiani sono braccati e uccisi sul posto anche se disarmati, altri sono assediati nell'antico monastero della Benedicta, in territorio di Bosio, che viene investito da un uragano di fuoco e poi fatto saltare con le mine. Chi non è ancora morto viene messo al muro. È la più grande delle stragi perpetrate nella storia della Resistenza genovese e ligure.
Sono 72 i caduti in combattimento e 75 i fucilati. In totale 147, e tra loro ben 96 erano nati tra il 1924 e il 1925. Avevano dunque tra i 19 e i 20 anni.
Nati con il fascismo e dal fascismo uccisi.

(dal capitolo III – Tra orgoglio e furore: maggio 1945-1948)
Adamoli è considerato il sindaco della rinascita e ancora oggi i più anziani chiamano "le case di Adamoli" quegli edifici che fece costruire o ricostruire per dare un tetto a decine di migliaia di famiglie dopo le distruzioni belliche. Non era in realtà tutta opera sua: per costruirle utilizzò anche molti fondi provenienti dal governo con il "piano Ina-casa" detto anche "piano Fanfani". Però Adamoli, tra l'altro ottimo giornalista, era bravo a rivendicare il merito di quanto si riusciva a realizzare in città.
[…]
Genova esplode il 14 luglio 1948, anniversario della Rivoluzione francese. Alle 13 il giornale radio diffonde la notizia che paralizza l'Italia intera: davanti al portone secondario della Camera dei deputati in via della Missione, alle ore 11.40 hanno sparato a Togliatti. Il segretario del Pci è molto grave, si sta tentando un intervento chirurgico al Policlinico. […] È un attimo. Il porto si ferma, le fabbriche si bloccano, gli uffici si svuotano, tram e filobus vengono abbandonati dove si trovano, i commercianti chiudono in fretta le saracinesche, da ogni quartiere e da ogni vicolo migliaia di persone si mettono in marcia emozionate e stravolte verso il centro, altre nei quartieri periferici alzano barricate nelle strade, qualcuno corre a dissotterrare le armi.

 (dal capitolo VII – Alla riscossa: 1960-1964)
Il Cretino Gallonato di quel pomeriggio del 30 giugno 1960 in piazza De Ferrari capisce solo che duecento persone intorno a una fontana sono un assembramento. Peggio: un assembramento di facinorosi. Peggio ancora: un assembramento di facinorosi comunisti.
Anche lui ha caldo, è lì dal mattino, non beve da ore e per giunta adesso quei facinorosi gli tolgono persino la vista della fontana. E magari uno di quelli più sudati si mette a gridare verso i poliziotti "Brùtti fìggi de bagasce!" e allora il Cretino Gallonato può scambiare l'antipatico insulto per il segnale in codice della guerra e allora la guerra scoppia per davvero. […] Botte da orbi, i celerini che girano come pazzi a cento all'ora, camionette rovesciate e incendiate, un poliziotto buttato nell'acqua, un elicottero che ruggisce sopra la piazza, i centomila che arrivano a ondate da tutte le parti, fumo, sirene, getti di idranti, sedie e pietre e travi che volano, vetri che esplodono, scoppi, urla e bestemmie, la battaglia che si innerva per tutti i vicoli […].

(dal capitolo X – Foglio per foglio, libro per libro)
Anche in campo editoriale si riproduceva perfettamente lo schema verificabile nella geografia delle iscrizioni al Pci e dei risultati elettorali: l'Unità era diffusa e letta in massima parte tra Voltri, Sampierdarena, il porto e la Valpolcevera; il Secolo era invece l'unico giornale o quasi al di là della Lanterna.
Implacabili, però, i diffusori dell'Unità la domenica mattina si ostinavano a suonare a tutte le porte, palazzo per palazzo, casa per casa, in tutti i quartieri anche quelli meno rossi e quelli proprio bianchi: da quelle parti, solo per qualcuno l'arrivo dell'Unità era un gradito appuntamento. Per la maggior parte era invece un fastidioso squillo che disturbando il sonno e il relax non faceva che rafforzare le ancestrali convinzioni anticomuniste.

 (dal capitolo XI – C'era una volta Enrico: 1970-giugno 1984)
Ai compagni genovesi è rimasta una vaga sensazione di rimorso. "Mi ha fatto male la cena di ieri sera", mormora Enrico Berlinguer intorno alle 22,30 del 7 giugno 1984 mentre Tatò e gli uomini della scorta, preoccupati, lo accompagnano in macchina verso il suo albergo di Padova. […] "Mi ha fatto male la cena di ieri sera" sono le sue ultime parole. Poi, appena steso sul letto, cade in un sonno profondissimo che un medico, imprecando, riconosce subito: "Maledizione, è in coma! Chiamate subito l'ambulanza!".
No, non c'entra nulla la cena della sera prima a Sestri Levante, dove il segretario era andato dopo un comizio in piazza Verdi a Genova e dopo aver inaugurato la nuova sezione di Riva Trigoso. Con quelle parole, negli ultimi istanti vitali, Berlinguer cercava di rassicurare se stesso e coloro che gli stavano accanto trovando una spiegazione normale, quasi banale, per un malessere molto più grave di un disturbo gastrico: è invece un ictus devastante.
Un'operazione disperata, poi quattro giorni in coma mentre tutta l'Italia piange e prega per lui, poi più nulla. Berlinguer è morto. Aveva solo 62 anni. Sono le 12.45 dell'11 giugno.

(dal capitolo XII – Il Pci e i terrorismi)
Genova è stata sicuramente uno dei principali obiettivi della guerra delle Br che dal punto di vista militare hanno dimostrato grande efficienza. Ma prima di definirla capitale delle Br occorrerebbe valutare con senso critico e disponibilità di seri dati la presenza numerica e la portata politica di quella formazione, in rapporto agli obiettivi che essa si proponeva.
Siccome sono trascorsi molti anni, sono stati celebrati tutti i processi e su quella storia c'è ormai abbondante produzione di studi e di analisi, sarà anche arrivata l'ora di dire le cose come stavano.
Anche se l'affermazione è paradossale: a Genova le Brigate Rosse non sono mai esistite.

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